Caso 2: cistectomia e posizionamento implantare immediato: la paziente giungeva alla nostra osservazione per risolvere un quadro di edentulia multipla di alcuni settori del cavo orale. Dopo aver effettuato l’esame ortopanoramico tramite l’apposito macchinario presente all’interno del nostro studio, si è riscontrata la presenza di una grossa lesione cistica nella regione molare mandibolare di sinistra. Il reperto è stato scoperto in maniera del tutto occasionale in quanto la lesione era assolutamente asintomatica (come la stragrande maggioranza delle cisti d’altronde). Si è informata la paziente della cisti e si è deciso di procedere alla rimozione della suddetta nel più breve tempo possibile. Si è inoltre prescritto l’esame tomografico (tac) utile sia per individuare con precisione i rapporti con il nervo alveolare sia per programmare il tipo di impianti da inserire. Dallo studio della tac risultava che la cisti era in contatto con il nervo alveolare inferiore e che occupava tutto lo spessore dell’osso fino alla corticale. Questa rappresenta una situazione potenzialmente a rischio in quanto l’osso risulta notevolmente indebolito e può verificarsi una frattura mandibolare in seguito ad un trauma di lieve entità. Alla paziente è stata fornita una prescrizione con i farmaci da assumere prima e dopo l’intervento in modo da rendere estremamente sicura e confortevole l’intera procedura chirurgica.
Presenza di una cisti in corrispondenza della zona molare mandibolare di sinistra
Cisti
Visione della cisti in sezione sagittale (tac) dove è possibile apprezzare chiaramente l’estensione e l’interessamento della midollare ossea
Il giorno dell’intervento, in seguito alla preparazione della paziente, si è proceduto all’asportazione in toto della lesione con l’ausilio di uno strumentario specifico. L’elemento più importante di tutta la procedura consiste nel rimuovere la cisti per intero, evitando che questa si rompa e si frammenti, in quanto la presenza di un frammento dimenticato in sede comporta quasi certamente il riformarsi della lesione. Particolare attenzione è stata rivolta a non danneggiare il nervo alveolare durante la rimozione in quanto questo potrebbe comportare danni permanenti con perdita di sensibilità in aree specifiche del cavo orale.
Cavità residua dopo rimozione della cisti
Particolare delle dimensioni della cisti ottenuta affiancando alla lesione una sonda parodontale millimetrata
Subito dopo si sono attuate le tecniche di rigenerazione ossea della cavità residua tramite l’apposizione di osso di origine bovina (si tratta di un tipo di osso assolutamente idoneo per le procedure di rigenerazione ossea ed assolutamente sicuro per l’uomo). In seguito si è valutata attentamente la situazione e si è deciso per il posizionamento di due impianti (uno mesialmente alla lesione ed uno distalmente) in modo da accorciare i tempi dell’intero piano di trattamento. Questo si è reso possibile in quanto gli impianti presentavano un’ottima stabilità primaria. La stabilità primaria è il requisito principale da ricercare dopo il posizionamento implantare in quanto rappresenta il fattore più importante per scongiurare il fallimento. Infatti, quando l’impianto viene avvitato nell’osso, deve essere stabile e non deve subire alcuna oscillazione che comporterebbe una mancata integrazione nell’osso con conseguente perdita dell’impianto. Alla fine dell’intervento, la paziente è stata tenuta sotto osservazione per un paio d’ore in modo da monitorare il decorso post-operatorio (dolore, possibile sanguinamento etc.). Sono state fornite anche le opportune linee guida da seguire nel post-operatorio (alimentazione, farmaci da assumere, abitudini). Dopo un periodo di guarigione ossea di circa 5 mesi (il tempo di guarigione risulta maggiore rispetto ai canonici 3 mesi in quanto si sono attuate procedure di rigenerazione ossea) si è proceduto alla finalizzazione del caso tramite un ponte fisso avvitato.
Ortopanoramica finale che evidenzia l’inserimento di due impianti nella sede della cisti con la realizzazione di un ponte fisso avvitato
Note del Dr.Giuseppe Bianco sul caso:
Quando si presenta un paziente con una cisti di queste dimensioni il primo obiettivo che il chirurgo si deve porre e’ la totale eliminazione della patologia cistica. In questo caso sono riuscito tramite la chirurgia piezoelettrica a fare una finestra d’accesso vestibolare che mi ha permesso di togliere la cisti senza romperla, quindi dopo aver pulito bene la zona ho deciso di posizionare subito gli impianti.
La sicurezza del successo mi era data dalla cresta ossea residua, che essendo di circa 5 millimetri mi assicurava un’ottima stabilita’ primaria degli impianti, che e’ una conditio sìne qua non per il successo in implantologia.
Altrimenti avrei dovuto aspettare 4 mesi, poi riaprire il sito e posizionare gli impianti. Ho preferito fare tutto subito perche’ la cisti era uscita via in modo molto pulito e perche’ sapevo che avrei ottenuto un’ottima stabilita’ implantare.
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